In natura bisogna avere pazienza: non sempre il raccolto soddisfa le nostre aspettative oppure può capitare di perdere un buon raccolto per colpa di una trasformazione andata male. Tuttavia è proprio questa attesa che ci fa gioire quando invece riusciamo nel nostro intento. Così è stato quest’anno per le olive: dopo due stagioni deludenti, ecco che finalmente arrivano le soddisfazioni!
Il 2019 non è stata affatto una buona annata per le olive e il raccolto è stato scarso. Nel 2018 invece, nonostante avessimo raccolto poco più di 100kg di olive e non vedessimo l’ora di assaggiare l’olio di nostra produzione, qualcosa è andato storto. Proprio mentre le nostre olive venivano schiacciate al frantoio, il macchinario si è inceppato e gran parte della fatica è andata persa.
Quest’anno invece si annunciava promettente: la quantità e la frequenza delle precipitazioni nei mesi precedenti e una estate non troppo calda, erano ideali per un corretto sviluppo del fiore e successivamente del frutto. Una novità che abbiamo introdotto è stata l’uso delle reti per facilitarci il lavoro. Circa una settimana prima della raccolta, Samuel e Silvano le hanno distese sul prato, mentre Ruth si occupava quotidianamente di fare un giro di ispezione, raccogliendo le olive che cadevano spontaneamente. A contatto con il terreno, non solo sarebbero state difficili da trovare, ma avrebbero rischiato di rovinarsi. La maggior parte erano state colpite dalla mosca, un parassita tipico delle olive, che attraverso un piccolo foro depone le uova all’interno del frutto danneggiandone la polpa. Comunque non ci siamo scoraggiati… forse le prime a cadere erano proprio quelle più danneggiate!
Arriva il tanto atteso giorno della raccolta. La bilancia viene posizionata sul tavolo: si comincia a raccogliere, a pesare e a segnare kg. Per fortuna arrivano i rinforzi: c’è chi viene da Milano, chi dalla Svizzera, tutti rigorosamente distanziati, già perché ognuno si dedica ad un albero. C’è chi si ostina e non è soddisfatto fino a che non viene tolta l’ultima oliva, chi invece si concentra sul controllo qualità. Alla fine invece di scuotere gli alberi – come avevamo pensato in un primo momento – preferiamo raccogliere a mano.
Le reti comunque si rivelano utili, perché in alcuni casi, lasciamo cadere le olive al loro interno e poi le riuniamo in un secondo momento nei secchi. Tra un oliva e l’altra, l’obiettivo del giorno è 120 kg e arriviamo a 153 kg. La raccolta prosegue per tre giorni di fila senza sosta, perché all’appuntamento al frantoio bisogna presentarsi con minimo 220 kg di olive per poter ottenere un olio di nostra esclusiva produzione. Otteniamo 25 l di olio per un totale di 230kg di olive.
Dopo questa prima manche di raccolta tra fine ottobre e inizio novembre, continuiamo a raccogliere olive, questa volta con un occhio di riguardo in più: cerchiamo le più grosse e le più scure per destinarle alla salamoia. Infine ci dedichiamo a « liberare » gli ultimi ulivi per la seconda manche ormai verso fine novembre. Si conclude dunque la stagione, ma l’attesa non finisce qui. Sì, perché per poterci gustare le deliziose olive in salamoia all’aperitivo dobbiamo aspettare almeno un anno!
Nicole