Che cosa ti ha spinto a realizzare una struttura a basso impatto ambientale?

Sinceramente non era nelle mie intenzioni, non è stata una scelta programmata a priori. Quando ho iniziato a progettare (2006) e poi a ristrutturare (2007-2011), non avevo in mente di fare una struttura a basso impatto ambientale, seguivo il mio buon senso che consiste in una visione di riciclo, riuso ed efficienza che ha sempre accompagnato e caratterizzato la mia vita come quella della mia famiglia.

Infatti non sono di certo solo in questa impresa, Mimma, mia moglie, ha sempre saputo sostenere con magistrale equilibrio la mia ricerca personale sulla sostenibilità e il peso di una realtà ostinata e a volte contraria. Mio fratello e i miei genitori mi hanno sempre lasciato carta bianca seppur non eravamo sempre d’accordo o non comprendevano il motivo di certe mie scelte.

Read more

Sostenibilità è un termine ampio: dal punto di vista teorico in quali aspetti si può coniugare questo termine generico?

Certo, sostenibilità è un termine che si è giustamente imposto al giorno d’oggi, quando ero giovane direi che non esisteva nel linguaggio comune, piuttosto si sentiva dire la parola “risparmia”, o per lo meno nella mia famiglia era quasi un mantra e in casa noi facevamo pressoché tutto. Eppure la storia non è recente se si pensa che 50 anni fa si teorizzata la Bioeconomia (Nicholas Georgescu-Roegen) basata su risorse limitate del pianeta ed era uscito il rapporto sui limiti dello sviluppo del Club di Roma (1972), che parlava anch’esso chiaro. Poi alla fine degli anni ottanta la prima dichiarazione di turismo sostenibile che inizia a portare sul piano reale e istituzionale il tema, ma la stessa definizione viene cambiata negli anni novanta, peggiorando il testo, secondo me. Cambia millennio e inizia a farsi strada la parola “impatto ambientale” e poi “sostenibilità”, insieme alla critica al sistema commerciale e produttivo. Quindi, pannelli fotovoltaici e tecnologia per tutti … ma non è solo questo la sostenibilità! La si può misurare, si possono costruire scenari futuri, ma bisogna anche comprenderne il suo significato profondo, accettare le sue regole e per così dire “sentirla sulla pelle”.

Read more

Come si concretizza in Cascina la ‘sostenibilità’?

Ovunque! Quand’ero ragazzino mio padre fece una compostiera con una rete metallica sotto a un grande pino in un angolo del giardino ed ero abituato a separare il ferro, il rame e l’alluminio, con una calamità per portarli dal rottamaio. Ero richiamato ad usare poca acqua calda per la doccia, magari anche spegnere l’acqua per insaponarmi, facevamo l’orto avevamo piccoli animali e sbrigavamo tutte le manutenzioni necessarie. Mio padre, da buon meridionale, aveva costruito la casa pressoché da solo, una piscina scavando il buco a mano e innumerevoli altre cose e mia madre da buona svizzera tedesca lo aveva accompagnato con la sua etica e sostenuto con la sua forza nel desiderio di libertà e riscatto. Eravamo e siamo una “self made family”!

Read more

Quali considerazioni faresti a proposito della tua scelta di ‘sostenibilità’ alla luce della pandemia?

La natura non ha confini ma superfici di contatto. In natura esistono diversi ecosistemi ed abbonda (abbondava?), di biodiversità, questo è il modo che ha la natura per difendersi e svilupparsi. I confini in natura sono nicchie di vita, più o meno grandi, che circoscrivono un’area di scambio biologica. Mentre nelle mente umana il confine è una linea di 0,5 millimetri, cioè un artificio umano che ci consente di rendere le cose tangibili per “osservare la realtà dall’alto”. La pandemia è un esempio chiaro di come funzionano i confini nella natura, cioè non esistono, e non è colpa della nostra “società fluida”, forse questo ha accelerato la diffusione, ma il virus si diffonde e si diffonderà comunque. Pensate che il virus dell’influenza spagnola di un secolo fa è stato trovato anche in Artide e a quei tempi non ci si muoveva sicuramente come ora.

Read more

Quali sono le prospettive future per la Cascina anche considerando la situazione attuale?

Di andare avanti come abbiamo sempre fatto perché la realtà sta confermando, ancora una volta, che siamo sulla giusta strada. Quello che abbiamo imparato è che dovremmo comunicare di più quello che facciamo e che ci rende unici. Da una parte perché non è detto che siamo i soli ad essere così meticolosi nella gestione di una attività ricettiva, dall’altra perché potremmo favorire maggiormente il cambiamento facendo da esempio per altri.

Mi aspetto tuttavia un stagione estiva tranquilla ma spero di non perdere le prenotazioni degli ospiti europei, questo dipenderà da come sul piano comunitario decideranno di gestire i confini. Non abbiamo necessità di fare opere di protezione extra perché non abbiamo spazi comuni tranne la sala da pranzo che è sufficientemente ampia per rispettare tutti. Tutto il resto è nella natura!

Read more